Lanterne à quatre lumières 1983
“October 1982 / Visited Giacometti – ordered two trees. - / Saw most marvelous lantern – / Would like one for Paris”
(1). Questa nota manoscritta di Mrs. Rachel Lambert Mellon (1910-2014), conosciuta come Bunny Mellon, permette di datare questa Lanterne al 1983 e unirla così, insieme alla Lanterne creata per Hubert de Givenchy, alla grande commissione su cui Diego Giacometti stava lavorando per il Museo Picasso di Parigi.
Il primo contatto tra Diego Giacometti e Dominique Bozo, che era stato designato come il conservatore responsabile della prefigurazione del museo, era avvenuto già nel settembre del 1981, ma fu solo agli inizi del 1982 che l’artista accettò la commissione per la decorazione dell’Hôtel Salé, l’edificio scelto come sede del nuovo museo Picasso di Parigi. Nel giugno di quell’anno fu formalizzata la richiesta per la creazione di una lanterna e di due lampadari; in ottobre, quando Bunny Mellon visitò il suo atelier, Diego aveva terminato la lanterna e a novembre il gesso a grandezza naturale fu collocato per prova nello scalone d’onore dell’Hôtel Salé, in quel momento ancora un cantiere aperto. Un primo contratto fu firmato il 25 novembre 1982 e riguardava l’acquisto da parte del Mobilier National delle maquette demi grandeur e grandeur nature della lanterna e dei lampadari a quattro e a otto braccia. Il 29 novembre del 1983 un secondo contratto sarà firmato riguardante la creazione dei modelli per la panca, le sedie, le torchères e le tavole basse. Quindi, nell’ottobre del 1982, Bunny Mellon e, immaginiamo anche Hubert de Givenchy, furono tre le prime persone che poterono ammirare la lanterna. Questo non stupisce: ormai da anni, entrambi non erano solo tra i suoi migliori clienti, ma si era anche stabilito un rapporto di calda amicizia e stima reciproca assoluta.
Givenchy aveva visto per la prima volta i lavori di Diego Giacometti a Zurigo da Gustav Zumsteg, un collezionista d’arte e formidabile imprenditore tessile, la cui società Abraham riforniva con le migliori sete gli stilisti più famosi quali Cristóbal Balenciaga, Christian Dior, lo stesso Givenchy e, soprattutto, Yves Saint Laurent, di cui era molto amico. Hulde Zumsteg, sua madre, gestiva il Kronenhalle, il ristorante più raffinato di Zurigo, le cui sale erano adornate con quadri di Picasso, Matisse, Miró, Chagall, Hodler, Giovanni Giacometti solo per citare alcuni nomi, tutti provenienti dalla collezione del figlio. Nel 1965, Gustav Zumsteg decise di affiancare un bar al ristorante e commissionò la decorazione a Diego che disegnò le maniglie della porta, un candelabro per il bancone, i tavoli e le lampade. Givenchy rimase colpito dalla qualità del lavoro e chiese a Zumsteg se fosse possibile conoscere Diego: Zumsteg glielo presentò poco tempo dopo. Questo incontro segnò l’inizio di un’amicizia ventennale e l’asta tenuta da Christie’s nel 2017 testimoniò la varietà e l’altissima qualità degli oggetti creati da Diego per le dimore di Givenchy a Le Loges en Josas e allo Château de Jonchet (2).
Bunny Mellon, all’epoca una delle donne più ricche del mondo, è stata una leggendaria icona americana di stile ed eleganza. Fu una esperta botanica, molto brava nell’arte topiaria e nel progettare giardini. A lei si deve il disegno del Rose Garden alla Casa Bianca. Partecipò anche al restauro del Potager du Roi a Versailles. Fu collezionista d’arte insieme al marito Paul Mellon, ed entrambi illuminati filantropi e grandi benefattori. Bunny Mellon ha riunito una delle più vaste collezioni di libri di orticoltura, botanica, storia naturale e garden design oggi conservata nella biblioteca dell’Oak Spring Garden Foundation a Upperville in Virginia, da lei costituita in quella che fu la sua residenza principale. Bunny Mellon era una fedele cliente di Cristobal Balenciaga e fu lo stesso stilista che la presentò personalmente a Givenchy quando nel 1968 annunciò la definitiva chiusura della sua casa di moda. Da questa data, fu Givenchy a disegnare tutti i suoi vestiti. Negli anni si stabilì una solida amicizia; Givenchy aveva una camera a lui riservata nella casa di Antigua di Bunny Mellon e lei una nello Château du Jonchet. Bunny disegnò i giardini delle case di Givenchy, prima a Les Loges en Josas e poi al Château du Jonchet.
Anche Bunny si innamorò del lavoro di Diego e cominciò ben presto a commissionargli opere. Ogni visita all’atelier era accompagnata da mazzi di fiori o da piccoli alberi da lei potati con maestria che Diego apprezzava in modo particolare. Nel 1971, Hubert de Givenchy aveva chiesto a Diego di creare una statua in bronzo di Mill Reef, il purosangue allevato da Paul Mellon, da offrire alla coppia come dono nel caso, come poi avvenne dopo una magnifica corsa, che vincesse il Prix de l'Arc de Triomphe svoltosi il 3 ottobre a Parigi.
L’11 ottobre, Diego scrisse questa lettera a Bunny Mellon per felicitarsi della vittoria: “Chère Madame Mellon, Merci chère Madame pour Votre très gentille lettre, et pour les jolis bleuets que Votre chauffeur m’a apporté ce matin. Je regrette beaucoup que Vous n’ayez pu me joindre au téléphone, j’aurais aimé pouvoir Vous féliciter de vive voix pour la merveilleuse victoire de Mill-Reef. Évidemment quand j’ai vu à la télé cette merveille qu’est Votre Mill-Reef j’étais un peu honteux de mon petit animal, mais fier quand même d’avoir pu, grâce à Monsieur de Givenchy, graver son Nom dans le bronze, et cette date qui restera pour Vous et pour Monsieur Mellon un très beau souvenir, et prendre ainsi un peu part à la joie de cette Victoire. Je suis toujours ici, et, j’espère beaucoup Vous voir, cette semaine peut-être, pour Vous montrer le lustre, et en attendant je Vous prie de croire, chère Madame, à ma respectueuse amitié. Diego Giacometti”(3).
Il lampadario citato da Diego alla fine della lettera è un pezzo unico che Bunny aveva richiesto per la sua casa ad Antigua. La forma è molto articolata: su due barre orizzontali, terminanti con dei busti femminili con le lunghe chiome al vento, è collocata una struttura esagonale con sei porta luce che hanno la forma stilizzata di fiori a cinque petali posti su uno stretto stelo verticale. Al centro del lampadario, tre tiranti garantiscono la stabilità e l’equilibrio e lo legano alla catena centrale. Diego ha animato la composizione collocando un cane, una piccola coppa e due figure maschili, una delle quali regge un bastone con il braccio alzato. Per quanto la scena sia di difficile interpretazione, credo che l’ipotesi più plausibile vada cercata nell’Odissea quando Ulisse, con al fianco il figlio Telemaco, giura vendetta contro i Proci, dopo essere stato riconosciuto dal fedele cane Argo.
Anno dopo anno le commissioni si susseguirono numerose. Bunny Mellon ordinò molti tavoli bassi di diversi modelli, “au dragon”, “aux harpies”, “aux cerfs et aux chiens”, “aux deux oiseaux”, “a X”, “aux feuilles”, alcuni in bronzo dipinti in bianco, due modelli di Console “arbre de la vie”, una coppia di alari per caminetto, un battente e delle maniglie. Oltre alla statua di Mill Reef anche un Oiseau presse papier e due Tourterelles, sono probabili doni di Hubert de Givenchy.
La Lanterna a quattro luci è probabilmente uno degli ultimi lavori per Bunny Mellon poiché Diego si consacrò totalmente alla decorazione per il Museo Picasso. Questo lavoro rappresentava, infatti, una grande sfida perché le sue creazioni dovevano armonizzarsi con gli spazi monumentali dell’antico palazzo e contemporaneamente stabilire un dialogo con le opere di Picasso. Giustamente, Dominique Bozo affermò che “queste opere costituiscono una nuova tappa nell’evoluzione artistica di Diego […] aggiungendo al suo talento di scultore quello di costruttore” e sottolineando il suo senso dell’architettura, dei volumi e dello spazio nel disegnare questi oggetti “épris de la géométrie dans l'air”(4).
Dovendo operare su un registro più grande e ampliare le misure delle sue creazioni per adattarle alla vastità dei saloni, Diego restrinse drasticamente gli elementi decorativi al solo aspetto vegetale, eliminando ogni riferimento al suo bestiario fiabesco, presente solo con due civette nella lanterna dello scalone. Contemporaneamente la struttura dei candelieri si raffina, diventando lineare e geometrica, e si dispiega nello spazio leggera e aerea.
La lanterna per Bunny Mellon e quella per Givenchy appartengono a questo stesso registro formale fatto di linee pure, essenziali ed estremamente eleganti. Se per la Spencer House, la casa londinese di Jacob Rothschild, Diego autorizzò eccezionalmente una seconda fusione in bronzo della lanterna dello scalone dell’Hôtel Salé, per Bunny Mellon e Hubert de Givenchy si impegnò, invece, a creare due nuove, distinte lanterne - quella di Givenchy è leggermente più piccola e priva delle luci. Il risultato per entrambe è un capolavoro di assoluto rigore formale, ottenuto da Diego operando per sottrazione. La lanterna è ridotta alle sue linee essenziale, la materia scelta, il gesso, le conferisce luminosità e le piccole foglie che la decorano, un rimando al mondo vegetale, le donano ancora più leggerezza. Bunny Mellon installò la lanterna alla sommità della scala del suo appartamento parigino al n. 84 di Avenue Foch; in seguito fu donata ad un amico.
Diego ultimò tutti i lavori per il Museo Picasso, ma purtroppo morì per una crisi cardiaca il 15 luglio del 1985, poche settimane prima dell’inaugurazione ufficiale avvenuta il 23 settembre. Non ebbe quindi modo di assistere alla sua definitiva consacrazione d’artista. L’apertura del Museo Picasso sancì in effetti l’unanime riconoscimento delle sue grandi qualità. Nel febbraio del 1986 si aprì la prima retrospettiva sull’opera di Diego Giacometti al Musée des Arts décoratifs organizzata da Daniel Marchesseau, a cui si deve anche la monografia che accompagnò la mostra. Bunny Mellon e Hubert de Givenchy erano tra i prestatori. Givenchy donò a Bunny Mellon una copia del libro con questa dedica datata, giovedì, 20 febbraio 1986: “Chère Bunny. Ce livre en souvenir d’un ami qui nous admirions et que nous aimions beaucoup et en souvenir aussi pour toute la joie qu’il a su nous donner par son immense talent. Hubert”(5).
Testo di Casimiro Di Crescenzo
Ringraziamenti
Sono molto grato a Thomas Lloyd, nipote di Bunny Mellon e Presidente della Gerard B. Lambert Foundation, per avermi concesso l’acceso agli archivi privati di Mrs. Mellon conservati alla Oak Spring Garden Library.
Ringrazio Tony Willis, Head Librarian alla Oak Spring Garden Foundation e Nancy Collins, Assistant Librarian and Archivist alla Oak Spring Garden Library, per il grande aiuto datomi nelle mie ricerche. Il loro prezioso lavoro ha reso possibile questo testo.
Ultimo ma non meno importante, ringrazio Thomas L. Woltz, Landscape Architect, per il suo aiuto all’inizio del mio studio.
Note
1) Nota manoscritta di Mrs. Rachel L. Mellon, ottobre 1982, Archives Mrs. Mellon, Personal Papers, Oak Spring Garden Library, Upperville, VA.
2) Catalogo della vendita Les Giacometti d'Hubert de Givenchy, Christie’s Paris, Asta 14610, 6 marzo 2017.
3) Diego Giacometti’s letter to Mrs. Mellon, dated [Paris], October 11th 1971, Archives Mrs. Mellon, Oak Spring Garden Library, Upperville, VA.
4) Dominique Bozo, Diego Giacometti à l’Hôtel Salé, in Daniel Marchesseau, Diego Giacometti, Parigi, Hermann, 1986. Pp. 195-197. Nuova edizione, Parigi Hermann 2005.
5) Dedica di Hubert de Givenchy a Mrs. Mellon datata 20 febbraio 1986 scritta sul libro Diego Giacometti di Daniel Marchesseau, Oak Spring Garden Library, Upperville, VA.
Diego Giacometti (1902-1985)
Lanterne à quatre lumières, pezzo unico, 1983
Metallo e gesso
140 x 57,5 cm
Provenienza
Mrs. Rachel L. Mellon, commissionata direttamente all’artista
Collezione Privata, donata da Mrs. Rachel L. Mellon
Collezione Privata
Bibliografia
M. Gordon, Bunny Mellon, The Life of an American Style Legend, Grand Central Publishing, 2017
L.J. Holden, T. Lloyd and B. Huffman, Bunny Mellon Style, Kaysville, UT, Gibbs M. Smith Inc., 2021